Staffetta della Memoria

“In bicicletta sulla Linea Gotica – La staffetta della memoria” è una lunga pedalata in omaggio ai valori inscritti nelle feste del 25 Aprile e del Prima Maggio: la giustizia, la libertà, la solidarietà, la pace, il lavoro.

Tra i principi della cooperativa sociale Costess (in seguito affiancata dall’Associazione Fuori dalle Vie Maestre) c’è la promozione di una cultura della legalità e della responsabilità, ed è proprio nell’ambito delle iniziative che cooperativa e associazione realizzano per perseguire gli scopi statutari che si colloca la manifestazione, nata con lo scopo primario di promuovere una rinnovata attenzione per i valori inscritti nelle feste del 25 Aprile e del Primo Maggio.

Così, a partire dal 2011 (e per cinque anni) dal 25 Aprile al Primo Maggio un nostro gruppo di ciclisti ha effettuato in bici un itinerario che li ha portati dal Tirreno all’Adriatico, ripercorrendo il tracciato storico della Linea Gotica, e toccandone le località più significative (nel territorio delle provincie di Massa, Lucca, Pistoia, Prato, Firenze, Bologna, Forlì-Cesena, Arezzo, Rimini, Pesaro).

Seconda edizione (2012)
Terza edizione (2013)
Quarta edizione (2014)

A tale “staffetta” è stato invitato ad aggregarsi chiunque – singolo o gruppo – avesse avuto desiderio di partecipare: l’obiettivo è sempre stato creare una carovana di ciclisti che incontrando gente, testimoniasse una rinnovata attenzione per la memoria degli eventi che hanno portato alla nascita della Repubblica e crei un ideale ponte tra la Festa della Liberazione e la Festa dei Lavoratori.

La “staffetta” in senso tecnico – consegnata ai ciclisti da una rappresentanza di ANPI, Sindacati ed Istituti regionali di storia alla partenza (e riconsegnata all’arrivo a consimile rappresentanza) – si componeva di: una bandiera con il logo della manifestazione e di una copia della Costituzione. Lungo il percorso si effettuavano quindi soste ufficiali con: a) scambio di gagliardetti tra staffetta e rappresentanze in loco di istituzioni, associazioni, gruppi di cittadini; b) raccolta di firme in calce alla Costituzione; c) brevi cerimonie con letture di brani di autori che hanno offerto, nel tempo, tangibili testimonianze di impegno per “dare corpo” agli ideali della Costituzione.

Nel corso del tempo la manifestazione si è poi arricchita con escursioni a piedi, incontri di formazione nelle scuole, conferenze, spettacoli, trasmissioni radiofoniche, animazioni di serate a tema, ecc.. Ed anche con alcune peculiari iniziative “collaterali”, come i viaggi i bici su altri luoghi della seconda guerra mondiale, o come la peculiare “impresa” dell’artista pratese Ivano Cappelli, che con una serie di performance di land art, da diversi anni  sta “segnando” sulla terra la memoria della Linea Gotica.

Montagne dell’Epiro: video sulla sciagurata invasione della Grecia da parte degli italiani (1940)
Video girato in occasione della performance di Land Art di Ivano Cappelli a Cantagallo

Proprio per consentire lo sviluppo di tali ulteriori attività dal 2016 ha subito una trasformazione, approdando a una formula che prevede ora diversi week-end nel corso dell’anno (dalla tarda primavera al’autunno) dedicati alcuni al tradizionale tragitto in bici, altri alle escursioni a piedi, altri ancora alle manifestazioni ed attività suddette.

Nell’aprile 2020 avremmo dovuto celebrare con una doppia manifestazione – a piedi e in bici – il decimo anniversario della “Staffetta della Memoria”); purtroppo la pandemia ce l’ha impedito.
Successivamente, nuovi impegni sopraggiunti e il perdurare di difficoltà organizzative ci hanno indotto a decidere per l’interruzione della manifestazione. Al momento, dunque la “Staffetta della Memoria” è un’iniziativa che – per lo meno nel suo primo ciclo – è da considerarsi conclusa.
Ma… non è detto che prima o poi non prenda avvio un secondo ciclo!

IL MANIFESTO

In un momento in cui ci sembra di aver smarrito il senso dello stare insieme
In un momento in cui gli interessi di pochi prevalgono sui diritti di tutti
In un momento in cui conta solo la materialità delle cose
e il possesso delle cose
e il consumo delle cose
In un momento in cui abbiamo perso la passione per gli ideali e l’attenzione per i particolari
In un momento in cui stiamo dimenticando il nostro passato
E i furbi mescolano le carte, invertendo torti e ragioni, parificando il bene e il male
Ed anche per questo non sappiamo più chi siamo, né come orientarci per il futuro
In un momento in cui i malandrini spadroneggiano e gli onesti tremano
e chi parla di morale pubblica è considerato stupido o presuntuoso
In un momento in cui la giustizia e la solidarietà sono derise
e ai suoi difensori non rimane che resistere
In un momento in cui la bellezza intrinseca in ogni essere umano ed in ogni elemento della natura viene massacrata dalla mercificazione dei corpi e dalla devastazione dell’ambiente
In un momento in cui il sapere e il lavoro sono disprezzati, e la prepotenza ed il malaffare esaltati
In un momento in cui si preferisce educare i figli all’egoismo e all’incoscienza piuttosto che all’altruismo e alla responsabilità
In un momento in cui il valore della legge non è più riconosciuto
e la nostra legge più importante, la Costituzione della Repubblica Italiana, pericolosamente messa in discussione
In un momento come questo
Noi riteniamo che proprio le parole della Costituzione italiana,
il loro suono,
la loro declamazione,
il loro ascolto,
il loro significato
la storia degli uomini e delle donne che tali parole hanno prodotto
e la storia prodotta dagli uomini e dalle donne che dal 1948 a oggi si sono impegnati, a volte fino al sacrificio della vita, per difenderle e realizzarle
noi riteniamo che queste parole e queste testimonianze rappresentino la nostra principale – e forse unica – àncora di salvezza.
E questo invito
a prendere in mano la Costituzione,
e leggerla,
ed apprezzarne il contenuto
estendiamo a chiunque non si sia arreso ed intenda resistere.

INNO E CANZONI

E’ stato scritto in occasione della prima edizione della manifestazione da Francesco Coltorti e Doriano Pela; questa versione è stata registrata  il 30 marzo 2011 presso la Fabbrica della Musica dell’Associazione “Il Cusanino” di Filottrano grazie al contributo di:
   Francesco Coltorti: chitarra acustica e voce
   Davide Lucarelli  chitarra elettrica
   Guido De Denaro  batteria
   Romualdo Cappelletti basso
   Daniele Raffaelli mixaggio
   Alessandro Tarabelli assistente di ripresa e mixaggio
La canzone è libera da diritti d’autore: vi invitiamo ad ascoltarla, suonarla, cantarla  e diffonderla il più possibile (magari ricordando la sua origine).

 

Oltre all’Inno, nell’ambito della “Staffetta della Memoria” sono state scritte altre canzoni (autori sempre Doriano Pela e Francesco Coltorti). Di seguito vengono elencate, e nell’occasione si ricorda che – come per l’Inno – sono libere da diritti di autore e possono essere cantate/ suonate senza vincoli di questo tipo.  Si chiede però a chi le volesse eseguire in pubblico di specificare (oltre al nome degli autori) quanto segue:

     Questa canzone nasce nell’ambito della “Staffetta della Memoria”, una manifestazione ideata e realizzata da Cooperativa Sociale Costess e Associazione “Fuori dalle Vie Maestre”. Due realtà che da trent’anni operano in campo educativo, culturale e ambientale.  Si occupano, tra l’altro, di restituire alle giovani generazioni la storia e la memoria della seconda guerra mondiale, della Resistenza, della nascita della Costituzione. Ed è per questo che nel 2011 hanno dato vita alla “Staffetta”, un viaggio in bici e a piedi lungo quella che fu la Linea Gotica, a cui si abbinano incontri nelle scuole, spettacoli, performance artistiche, video e canzoni.  Per ogni altra informazione: www.camminolineagotica.it 

 

Un partigiano sessant’anni dopo
(dedicata alla memoria di un partigiano che abbiamo avuto il piacere di conoscere: Aurelio Ricciardelli)


La ballata di Sildo e Fré Luigi
(dedicata alla tragica vicenda di due giovani fratelli partigiani di Badia Tedalda)


Passa la guerra
(dedicata a tutte le vittime civili della guerra)

 


Il fabbro di Via Roma
(dedicata a Giulio Latini, un giovane fabbro jesino assassinato dai fascisti nella sua bottega)

STORIE DI FRONTI E FRONTIERE

Tra le tante iniziative sviluppatesi a coté della “staffetta” in bici una di queste è cresciuta in modo particolare diventando ormai un appuntamento fisso (e almeno in parte ormai anche autonomo rispetto alla stessa “staffetta”). Si tratta di un ciclo di conferenze-spettacolo dal titolo “Storie di fronti e frontiere” con il quale si cerca di fare una corretta (e possibilmente efficace) divulgazione storica in modo divertente o per lo meno “accattivante”, specie rispetto al pubblico delle generazioni più giovani. Più precisamente, gli spettacoli (composti da un mix di racconti, letture sceniche, canzoni, immagini) si concentrano prevalentemente sulla proposta di storie che per vari motivi (o perché di gente comune, o perché attinenti a luoghi o eventi secondari rispetto alla grande storia, o perché riguardanti episodi “desueti” o singolari) risultano essere sconosciuti ai più o del tutto dimenticati. L’epoca a cui si riferiscono tali storie, in partenza, è stata quella della seconda guerra mondiale, ma nel corso del tempo il ciclo ha cominciato a comprendere anche storie di “fronti e frontiere” riguardanti altri periodi.
 L’elenco dei titoli è ormai piuttosto nutrito; ci si limita a segnalare in questa sede, a puro titolo di esempio, quello intitolato “Il mistero del tedesco sepolto a Migiana”, di cui qui si può vedere il trailer: